175 – Niksiar (Pfizer): “L’aspetto principale sarà la collaborazione, l’interconnessione, la comunicazione e la comunione di intenti tra aziende private e sanità pubblica”

Di Più Sul Tumore

Bahare Niksiar

Un innovative support a pazienti con tumore e caregiver basato sull’intelligenza artificiale e Amazon Alexa. Stiamo parlando di “Di Più Sul Tumore” realizzato da Pfizer e noi ne abbiamo parlato con Bahare Niksiar, Commercial Strategy Lead Oncology

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto?
Pfizer, da sempre impegnata nel supportare con soluzioni alternative e innovative i pazienti con storia di tumore e i loro caregiver, ha deciso di sviluppare un progetto basato sulla tecnologia voice-assistant per fornire un supporto psicologico da poter attivare in un ambiente protetto, la propria casa. Quindi sperimentare e intraprendere per primi nuovi percorsi e modalità per realizzarlo fa parte della nostra mission, anche facendo ricorso all’intelligenza artificiale e all’evoluzione degli assistenti vocali che, entrati nella nostra vita quotidiana, stanno aprendo grandi prospettive in molti campi.

A chi si rivolge il vostro progetto?
Il progetto si rivolge ai pazienti oncologici e ai loro caregiver.

Potrebbe descriverlo brevemente?
Pfizer, in collaborazione con la psico-oncologa Gabriella De Benedetta (membro del Consiglio Direttivo e della Sezione Campana della SIPO), ha lanciato “Di Più sul Tumore”, la prima skill per Amazon Alexa che, attraverso un flusso conversazionale, guida gli utenti nell’affrontare l’aspetto psicologico nelle diverse fasi della malattia. I contenuti sono testi informativi sul tumore, ​affidabili e autorevoli, sviluppati con l’obiettivo di fornire ai pazienti ​le risposte di cui hanno bisogno e indirizzarli verso il consulto di specialisti.​ La skill non mette a disposizione solo informazioni sulla malattia ma, attraverso podcast registrati con il supporto e la voce della Dott.ssa De Benedetta, cerca di affrontare le emozioni che si possono provare durante le diverse fasi della malattia, dando voce alle emozioni del paziente oncologico che cerca di ritrovare una nuova normalità tra l’accettazione del cambiamento e il sostegno dei legami affettivi e familiari. Dall’elaborazione della malattia al ritorno al quotidiano, passando per la gestione di emozioni e relazioni interpersonali, ogni tematica affrontata è stata trasformata in un articolo disponibile sulla skill che il paziente può ascoltare attraverso la voce di Alexa in qualsiasi momento da smart speaker e dispositivi mobile. Il tono di ogni contenuto è volutamente informale per trasmettere una sensazione di vicinanza ai pazienti. La skill offre inoltre la possibilità di ascoltare quattro podcast per dare voce ai pensieri e alle emozioni di chi vive la malattia e cerca, giorno dopo giorno, di ritrovare una nuova normalità tra l’accettazione del cambiamento e il sostegno dei legami affettivi e familiari. L’iniziativa è stata patrocinata dalla Società Italiana di Psico-oncologia (SIPO) ed è stata supportata da un piano di comunicazione che includeva il coinvolgimento di influencer marketing, una campagna di promozione sui canali social e la creazione di una pagina web dedicata all’attivazione della skill sulla quale sono disponibili tutti i contenuti realizzati.

Che risultati avete o volete raggiungere?
Il progetto è stato promosso utilizzando a pieno tutti i canali digitali:​
– ​una campagna multicanale sui canali social aziendali ​
– media partnership su testate selezionate (Wired, Pazienti.it, etc.)​
– il coinvolgimento di influencer che hanno vissuto la malattia: Rodini e Caschetto​
– ​colleghi FF che attraverso materiali dedicati hanno presentato il progetto agli oncologi​.

L’obiettivo era quello di raggiungere le persone con una storia di cancro. In soli 2 mesi la skill ha innescato più di 47K di interazioni sui canali social con più di 57mila click sul link per accedere alla campagna di comunicazione. Il canale più cliccato? Linkedin con 67mila impression.

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Impegnarci per accompagnare i pazienti oncologici durante tutto il percorso di cura, dalla diagnosi al reinserimento in società, fornendo non solo trattamenti efficaci ma anche un supporto alla gestione della loro quotidianità utilizzando modalità innovative​ e di facile accesso.

Qual è l’aspetto principale del Patient Support Program che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Credo che l’obiettivo sia quello di affiancare l’assistenza sanitaria pubblica, facilitando l’accesso e l’aderenza alla terapia, utilizzando anche servizi e strumenti di sanità digitale, in modo da aumentare anche la persistenza ai trattamenti, migliorare gli outcome terapeutici e la qualità di vita. Quindi l’aspetto principale sarà la collaborazione, l’interconnessione, la comunicazione e la comunione di intenti tra aziende private e sanità pubblica.



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