Una campagna volta a sensibilizzare la popolazione sulla cheratosi attinica e sulla possibile evoluzione delle lesioni in forme cancerose. È “Derma-Point” e a realizzarla è stata Almiral. Abbiamo approfondito l’argomento con Giovanni Cammarota product manager, responsabile marketing per la cheratosi attinica in Almirall. Parte del team di progetto: Grazia Minuto, marketing manager per l’area derma
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto?
“Derma-Point” nasce per dare una risposta alla grande mancanza di awareness tra la popolazione generale sulle caratteristiche e i rischi della cheratosi attinica. Si stima che oltre l’80% dei pazienti non sia a conoscenza della patologia. Le lesioni da cheratosi attinica sono ormai considerate carcinomi in situ dalla comunità scientifica, con un rischio potenziale di evoluzione a carcinoma squamo cellulare, per cui è assolutamente necessario promuovere un’informazione consapevole sui rischi dell’esposizione solare. Almirall, da sempre leader in questo ambito della dermatologia, ha deciso di sostenere in pieno questa necessità, soprattutto all’indomani della crisi pandemica che ha ulteriormente allontanato i pazienti dagli screening dermatologici.
A chi si rivolge il vostro progetto?
Il progetto si rivolge a tre interlocutori fondamentali: il paziente, tramite l’implementazione di un portale web dedicato e l’organizzazione di Open Day in diversi centri ospedalieri italiani in cui ricevere pre-screening gratuiti; il medico di medicina generale, fondamentale per la sua attività di primo “filtro” e referrall; il dermatologo, profondo conoscitore della tematica, tramite attività di approfondimento.
Potrebbe descriverlo brevemente?
“Derma-Point” si basa su tre pilastri fondamentali: una importante attività digitale di web-listening per comprendere come intercettare i pazienti con probabili lesioni da cheratosi attinica, ma inconsapevoli di avere una patologia dermatologica. In questo modo è stato possibile informare e offrire screening gratuiti a chi non sapeva di correre un possibile rischio di evoluzione cancerosa.
Il secondo pilastro poggia sull’attività formativa con delle DEM e FAD per il medico di medicina generale. Spesso le lesioni sono confuse con le macchie senili, quindi è davvero importante che il MMG sia attivo nel sostenere il referral verso lo specialista.
Infine l’organizzazione degli Open Day: il dermatologo è il principale attore nella gestione del paziente con cheratosi attinica, nonché unico prescrittore dei principali trattamenti terapeutici. Gli Open Day organizzati in diverse cliniche dermatologiche italiane rappresentano un’opportunità enorme per veicolare una corretta informazione sulla patologia, e la prevenzione dei rischi associati, e per offrire screening gratuiti a pazienti per lo più appartenenti a classi di età avanzate.
Che risultati avete o volete raggiungere?
Il risultato più importante da raggiungere sarà visibile nel corso di mesi e anni, lavorare sull’awareness rappresenta un impegno di responsabilità che mostra sempre i suoi frutti sul lungo periodo. Puntiamo a veicolare messaggi importanti e ci auguriamo che possano raggiungere una grande diffusione all’interno della popolazione. La prevenzione è la prima, e forse più importante, arma che abbiamo a disposizione per combattere i tumori cutanei.
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Credo ancora molto; le cifre relative alla conoscenza della patologia tra la popolazione sono chiare e preoccupanti. Sarebbero auspicabili maggiori interventi, anche istituzionali, a sostegno di una attività di informazione che i dermatologi svolgono troppo spesso da soli. Anche dal punto di vista della terapia esistono ancora diversi unmet needs ma, per fortuna, la ricerca si sta muovendo anche in questo campo.
Qual è l’aspetto principale del Multi Target & Multichannel che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Nei prossimi anni, anche grazie alla nuova rivoluzione in atto con Il PNRR, sarà sempre più importante agevolare il clinico e i payors nella gestione dei pazienti e delle patologie croniche con soluzioni innovative ed efficienti. Oggi i pazienti sono molto informati, più dell’80% usa Google per informarsi sulla propria patologia e sui centri specialistici a cui affidarsi. Proprio per questo temi come Big data, intelligenza artificiale, digital therapeutics diventeranno un lessico comune a tutti.