#lsea2025

Dritto al Cuore

Ilaria Malaguti

Il progetto “Dritto al Cuore”, realizzato da Bayer, è un’iniziativa multicanale in area cardiovascolare volta a supportare i Medici di Medicina Generale per ottimizzare l’ingaggio e favorire una comunicazione personalizzata e funzionale alla pratica clinica quotidiana. A parlarne è Ilaria Malaguti, Senior Brand Manager Cardiovascolare. Parte del team anche Camilla Filomeni, Junior Brand Manager Cardiovascolare, Giuseppe Tropiano, Trade Manager, Claudia Erminero, Medical Expert, Paola Zacchetti, Medical Lead, Marco D’Epifanio, Customer Insight Advisor.

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
L’idea del progetto “Dritto al Cuore” nasce dall’esigenza di sviluppare un approccio nuovo, più efficace e strutturato verso una figura chiave nella gestione della salute: il Medico di Medicina Generale. Il nome stesso riflette l’essenza del progetto, con un doppio significato: da un lato, richiama il tema cardiovascolare, driver del progetto, dall’altro, esprime anche l’intenzione di arrivare in modo diretto, rilevante ed efficace al medico, offrendo contenuti che parlino davvero alla sua pratica quotidiana, ai suoi bisogni e al suo ruolo attivo nella prevenzione.  

Potrebbe descriverlo brevemente?
“Dritto al Cuore” è un progetto multicanale ideato per supportare il MMG con contenuti scientifici di alto valore, veicolati attraverso formati e canali diversificati: remote detailing, articoli editoriali, minireview, materiali di approfondimento, video interviste e momenti formativi (FAD), fruibili sia in modalità digitale che da remoto. Il progetto si fonda su un piano editoriale integrato, che valorizza e coordina i vari touchpoint disponibili, con l’obiettivo di ottimizzare l’ingaggio e fornire contenuti funzionali all’attività clinica quotidiana.  

Che risultati avete o volete raggiungere?
I nostri obiettivi principali erano la copertura capillare e l’ingaggio del MMG, da mantenere costante nel tempo. In particolare, puntiamo a: 

  • un elevato livello di ingaggio; 
  • una migliore retention attraverso contenuti mirati e l’area gaming, dove il medico può apprendere in modo interattivo e coinvolgente; 
  • una crescente riconoscibilità del progetto come punto di riferimento. 

A livello quantitativo, abbiamo registrato: 

  • un significativo incremento delle interazioni su tutti i canali digitali e remoti; 
  • una maggiore copertura qualificata del target MMG, non limitata solo all’aspetto geografico; 
  • la raccolta continua ed organizzata di feedback misurabili in termini di interesse, utilità e gradimento, fondamentali per la costruzione di profili comunicativi mirati e quindi più efficaci. 

La raccolta e l’analisi dei dati di interazione e dei feedback rappresentano strumenti strategici imprescindibili per adattare in tempo reale i contenuti e le modalità di comunicazione, garantendo così un valore percepito sempre elevato del progetto. 

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Riteniamo che, oggi più che mai, le aziende abbiano il dovere di supportare in modo concreto il Medico di Medicina Generale, una figura centrale ma spesso sovraccarica di impegni e responsabilità. È fondamentale sviluppare contenuti sempre più personalizzati, contestualizzati e di facile applicazione e fruizione, capaci di parlare in modo preciso e immediato ai bisogni specifici di ciascun medico. Solo così possiamo davvero alleggerire il loro carico, facilitando l’utilizzo pratico delle informazioni nella quotidianità e contribuendo a migliorare la qualità dell’assistenza ai pazienti. Questo impegno non è solo un’opportunità strategica e comunicativa, ma una responsabilità etica. 

Qual è l’aspetto principale del CSO & Phygital Project che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Nei prossimi anni, sarà interessante l’applicazione concreta dell’intelligenza artificiale, unita all’analisi approfondita dei dati reali (Real-World Evidence). Questo approccio permetterà di personalizzare l’engagement in modo sempre più preciso, superando anche la logica dei cluster e orientandosi verso una comunicazione realmente individualizzata, basata sulle preferenze, i comportamenti e i bisogni specifici di ciascun medico. 



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