Giorgia Robaudo
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
L’iniziativa “Vitilive Walking Tour” nasce dal confronto con l’Associazione di pazienti “Gli Amici per la pelle”, da sempre impegnata nel promuovere i diritti delle persone che convivono con patologie della pelle. La manifestazione, che si rivolge alla popolazione generale e alle persone affette da vitiligine, nasce dalla consapevolezza che troppo a lungo la vitiligine è stata considerata una semplice condizione estetica. Si tratta in realtà di una vera e propria patologia cronica autoimmune, che affligge circa 330.000 persone in Italia e che ha forti ripercussioni sulla sfera psicologica e sociale di chi ne soffre, portando spesso ad ansia e depressione. Il “Vitilive Walking Tour” nasce quindi con l’obiettivo di diffondere una nuova consapevolezza sulla vitiligine, combattere lo stigma che spesso ancora la circonda e, soprattutto, promuovere l’empowerment dei pazienti e dei loro familiari.
Potrebbe descriverlo brevemente?
“Vitilive Walking tour” ha voluto portare il tema della vitiligine in quattro grandi piazze italiane (Napoli, Roma, Torino e Milano) attraverso attività di awareness della popolazione ed engagement dei pazienti. L’iniziativa ha previsto in ogni tappa una urban fitwalk di apertura, seguita da un momento informativo sulla patologia che ha coinvolto gli specialisti delle società scientifiche SIDeMaST e ADOI, portavoce delle istituzioni locali, associazioni di pazienti e un testimonial d’eccezione, il campione olimpico Luca Marin, che ha portato la sua esperienza personale con la vitiligine. Inoltre, per tutta la giornata sono stati messi a disposizione consulti dermatologici gratuiti con gli specialisti delle Società scientifiche. Il progetto ha ricevuto il patrocinio di SIDeMaST, ADOI e dell’Associazione “Gli Amici per la Pelle”. L’iniziativa è stata realizzata dall’agenzia 080 Events & Solutions con il supporto incondizionato di Incyte Italy.
Che risultati avete o volete raggiungere?
Obiettivo principale del “Vitilive Walking Tour” è stato quello di promuovere una corretta informazione sulla vitiligine come patologia cronica autoimmune, sensibilizzando la popolazione sull’impatto che questa condizione può avere sulle persone che ne sono affette. Inoltre, l’iniziativa ha avuto il valore di promuovere il dialogo tra i diversi stakeholder coinvolti: comunità scientifica, associazione di pazienti, istituzioni e media si sono confrontati sul tema nel corso delle quattro tappe del roadshow condividendo insight e spunti per il futuro. Ma il risultato più importante è stato sicuramente quello di avere promosso il confronto medico-paziente sulla patologia, mettendo a disposizione oltre 150 consulti dermatologici gratuiti.
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
“Vitilive walking tour” è stato il primo passo di un percorso che Incyte sta facendo, al fianco della comunità scientifica e di pazienti, per continuare a promuovere una corretta informazione sulla vitiligine e supportare tutte le persone che convivono con questa condizione. Ansia e depressione sono il 72% e il 32% più diffuse nei pazienti affetti da vitiligine rispetto alla media della popolazione, un dato che racconta l’importanza di supportare questi pazienti nel loro percorso favorendone l’empowerment e promuovendo la presa in carico da parte dello specialista di riferimento. Quest’anno, in occasione della Giornata Mondiale della Vitiligine, Incyte Italia ha lanciato, con il patrocinio SIDeMaST e APIAFCO, la campagna “La scelta è nelle tue mani”, con cui prosegue il nostro impegno su questo fronte.
Qual è l’aspetto principale del Communication Project che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
I mezzi e i canali di comunicazione che abbiamo a disposizione sono in continua e rapida evoluzione. Credo che una delle sfide della comunicazione in ambito healthcare sia quella di avvicinarsi sempre più alla popolazione, modulando il tone of voice, i contenuti e i canali in base ai diversi interlocutori che si desidera raggiungere. L’aspetto di compliance nel nostro settore è molto importante e aiuta a garantire la correttezza e la scientificità dell’informazione, ma questo aspetto può convivere con un’evoluzione dei nostri linguaggi verso forme più vicine alla popolazione e in particolare alle nuove generazioni, che è fondamentale educare a una cultura della salute e della prevenzione.