#lsea2024

Women for
Skin Cancer

Roberta De Vecchi

Un progetto educazionale volto a favorire il confronto fra le specialiste coinvolte nella gestione del melanoma. È “Women for Skin Cancer” realizzato con il contributo non condizionante di Pierre Fabre Pharma e noi ne abbiamo parlato con Roberta De Vecchi, Medical Director Innovative Oncology. Parte del team anche Alice Rigoni, Brand Manager Melanoma

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
“Women for Skin Cancer” è un progetto educazionale supportato con un contributo non condizionante di Pierre Fabre Pharma, rivolto a specialiste coinvolte nella gestione del melanoma il cui responsabile scientifico è la professoressa Paola Queirolo, oncologa di riferimento nel trattamento dei tumori cutanei. Negli ultimi anni è stata posta sempre più attenzione a tutte quelle azioni che potessero sostenere il principio della parità di genere, nell’ambito degli interventi di promozione dei diritti e delle libertà fondamentali. Creare un momento di aggiornamento scientifico rivolto ad una platea di sole donne permette di consolidare le conoscenze, favorisce la collaborazione e il networking tra professioniste e arricchisce la discussione in merito ad argomenti cruciali per la pratica clinica quotidiana.
Il progetto è anche patrocinato dall’Associazione Italiana Donne Medico e da Women for Oncology Italy, un’associazione a sostegno delle donne-medico oncologhe italiane che tramite corsi, eventi e workshop, punta a formare, nell’oncologia italiana, una futura classe dirigente al femminile più numerosa e preparata.

Potrebbe descriverlo brevemente?
Il progetto educazionale è volto a favorire il confronto fra Specialiste coinvolte nella gestione del melanoma con lo specifico obiettivo di approfondire e condividere, con il supporto di dati di letteratura aggiornati, la gestione diagnostico-terapeutica del paziente con melanoma primitivo e metastatico. Le relazioni e le discussioni sono principalmente focalizzate su alcuni filoni di argomenti quali: update sullo scenario terapeutico presente e futuro, terapie di combinazione e sequenze terapeutiche nel melanoma, gestione multidisciplinare del paziente e importanza dei PDTA per la gestione del paziente complesso, comunicazione medico-paziente come momento fondamentale del percorso di cura.

Che risultati avete o volete raggiungere?
Le diverse edizioni del progetto hanno visto un numero crescente di partecipanti fino a superare i 50 delle edizioni 2023 e 2024. La qualità educativa è stata giudicata eccellente da più della metà delle partecipanti che hanno anche dichiarato nel 64% dei casi, “più che rilevante” l’importanza degli argomenti trattati. Nel caso in cui verrà richiesto nuovamente il supporto al progetto, come Pierre Fabre Pharma, siamo intenzionati a continuare a sostenere questo importante momento di aggiornamento scientifico. Il consolidamento delle sinergie tra questo gruppo di professioniste che si occupano di melanoma, dalla diagnosi alla terapia, dalla chirurgia all’aspetto psicologico è sicuramente di cruciale importanza per la loro attività clinica quotidiana e, più in generale, per il miglioramento della gestione dei pazienti con melanoma.

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
La presenza di sempre nuove alternative farmacologiche rende la scelta della terapia, complessa e dipendente da una molteplicità di fattori. Nuovi dati stanno emergendo da vari studi come, ad esempio, quelli di combinazione e di sequenza. Le linee guida italiane ed europee offrono raccomandazioni per standardizzare e aiutare la pratica clinica ma la gestione del paziente rimane complessa. Questo è sicuramente un chiaro esempio di come la discussione tra specialisti rimane uno dei fattori più importanti per dissipare dubbi e mettere a fattor comune conoscenze ed esperienze con l’obiettivo di migliorare il percorso terapeutico, la qualità di vita, la gestione degli eventi avversi del singolo paziente. Per questo motivo siamo convinti che la formazione non deve avere mai fine ma, anzi, evolversi anche con l’aiuto della tecnologia come nel caso dell’Intelligenza Artificiale.

Qual è l’aspetto principale del ECM Education Program che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Lo scenario clinico-terapeutico della maggior parte delle patologie, in primo luogo quelle oncologiche, è in rapida e continua evoluzione. Questo implica da un lato che i professionisti della salute siano sempre aggiornati sui nuovi percorsi diagnostico-terapeutico e sugli studi scientifici a supporto e dall’altro rende fondamentale il continuo confronto all’interno di un team multidisciplinare che deve essere preparato. Tutto questo in uno scenario in cui il tempo da poter dedicare all’aggiornamento personale rappresenta un fattore limitante. Sostenere progetti di educazione scientifica rimane, quindi, uno strumento fondamentale che permette di creare momenti di aggiornamento scientifico e di scambio tra i diversi specialisti che si occupano di una determinata patologia con il fine ultimo di ottimizzare il patient journey.



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