Francesca Lupardini
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
Ci sono ancora molti pregiudizi nella popolazione generale sul riconoscere e prendersi cura della propria salute mentale così come entrare in contatto con figure specialistiche: gli psichiatri. Questo porta ogni anno ad un aumento di patologie come ansia, depressione e insonnia che non vengono trattate in modo adeguato in diverse fasce di età, dagli adolescenti agli anziani. Il progetto si rivolge alla popolazione tra i 20 e gli over 65 anni sia attraverso l’utilizzo di canali digitali (social e web), ma anche attraverso l’ingaggio e il supporto di figure specialistiche, medici e farmacisti, figure autorevoli nella sensibilizzazione su questo importante tema.
Potrebbe descriverlo brevemente?
“Non Sono Solo”, il cui nome vuole sottolineare sia l’aspetto della solitudine sia l’aspetto della banalizzazione e poca importanza che diamo molto spesso a problemi legati alla salute mentale, si pone l’obiettivo di combattere lo stigma e il pregiudizio delle persone che minimizzano sulla salute mentale e colmare il silenzio sul tema di ansia, depressione e insonnia offrendo contenuti e servizi dedicati alla popolazione. Tutto questo viene realizzato attraverso:
Che risultati avete o volete raggiungere?
I risultati che stiamo raggiungendo sono molto positivi. Ad oggi abbiamo raggiunto più di tre milioni di persone con i nostri post. Inoltre, il progetto è stato presentato a più di 600 farmacie e più di 25 mila Medici di Medicina Generale che rappresentano il primo punto di contatto diretto con le persone.
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
La strada per eliminare lo stigma sulla salute mentale è ancora lunga. È importante quindi sviluppare una comunicazione chiara su queste tematiche attraverso modalità di fruizione interattive, dinamiche e coinvolgenti per la popolazione generale che possano far prendere coscienza del problema e spronarle a chiedere aiuto senza alcun pregiudizio verso la società. Le istituzioni e le figure professionali come medici e farmacisti giocano certamente un ruolo fondamentale in questo delicato compito.
Qual è l’aspetto principale della Media Communication Campaign che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Il mondo digitale ci offre numerose opportunità di contatto con la popolazione generale per divulgare una corretta informazione su tematiche molto importanti e delicate della vita di tutte le persone. In un mondo che ormai viaggia veloce sui social, la sfida maggiore è quella di creare contenuti sintetici ma efficaci che sappiano far immedesimare il pubblico catturandone l’attenzione e facendo emergere l’importanza del tema al fine di raggiungere sempre più persone per renderle consapevoli che: “normale è chiedere aiuto”.