Berta Giacomini
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
L’idea del progetto “CERTILIP” nasce dalla necessità di affrontare in modo strutturato e condiviso la gestione dei pazienti affetti da malattia cardiovascolare aterosclerotica (ASCVD), in particolare quelli a rischio cardiovascolare alto e molto alto. In Veneto si stimano circa 165.000 pazienti in questa categoria. Il progetto si rivolge a stakeholder clinici e organizzativi coinvolti nella presa in carico di questi pazienti, con l’obiettivo di ridurre la mortalità cardiovascolare attraverso un approccio multidisciplinare e integrato tra ospedale e territorio.
Potrebbe descriverlo brevemente?
“CERTILIP” è un progetto di consensus clinico-organizzativo-assistenziale che si è sviluppato in quattro fasi tra ottobre 2023 e aprile 2024. Ha coinvolto 18 esperti e si è concluso con il deposito e la certificazione di un disciplinare da parte di CSQA, ente terzo indipendente. Il progetto ha anche previsto la certificazione delle competenze dei partecipanti come “disease expert” in ambito ASCVD.
Che risultati avete o volete raggiungere?
I principali risultati raggiunti includono:
Dopo il successo della prima fase, CERTILIP è entrato nella sua seconda fase con l’obiettivo di trasformare il disciplinare certificato in un modello operativo reale per la presa in carico dei pazienti con ASCVD a rischio alto e molto alto. Questa fase si concentra sull’implementazione concreta dei due modelli definiti:
La sperimentazione sta coinvolgendo alcune AULSS pilota del Veneto, con attività che includono:
Il progetto mira a:
Novartis partecipa attivamente, contribuendo con know-how e supporto strategico, e riceverà un report finale utile per formazione interna e decisioni future.
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
C’è ancora molto da fare per diffondere e implementare il disciplinare nelle diverse AULSS, monitorare l’efficacia dei modelli “In the loop” e “Out of the loop”, estendere il progetto ad altre regioni italiane e integrare ulteriormente i percorsi tra ospedale e territorio, anche alla luce delle riforme sanitarie come il PNRR, il DM77 e il Piano Nazionale delle Cronicità.
Qual è l’aspetto principale della Scientific Collaboration Program che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
L’aspetto più rilevante sarà la capacità di generare valore condiviso tra attori clinici, istituzionali e industriali, promuovendo modelli certificabili e replicabili di presa in carico. La validazione scientifica e organizzativa dei percorsi, come avvenuto in “CERTILIP”, rappresenta un esempio concreto di come la collaborazione possa tradursi .in miglioramento degli esiti clinici e ottimizzazione delle risorse sanitarie.