Una campagna di comunicazione europea che in Italia è declinata in diverse attività di comunicazione multicanale, volte a sensibilizzare sulla prevenzione primaria e secondaria del tumore al seno. È “Another touch, Another Kiss” e a realizzarla è Daiichi Sankyo. Ne abbiamo parlato con Elisa Porchetti, Corporate Communication & Product PR Manager in Daiichi Sankyo
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto?
Questa campagna nasce con l’obiettivo di comunicare l’impegno di Daiichi Sankyo in oncologia, che dura da 50 anni ma che in Europa e in Italia è ancora sconosciuto, a differenza dei nostri successi in ambito cardiovascolare. La nostra mission è da sempre quella di sviluppare farmaci innovativi per rispondere ai bisogni di cura non ancora soddisfatti, con l’obiettivo e l’ambizione non solo di estendere ma soprattutto di migliorare e arricchire la qualità della vita dei pazienti in tutto il mondo. E grazie alla nostra nuova pipeline di anticorpi farmaco-coniugati, che unisce una ricerca scientifica di prim’ordine e una tecnologia decisamente innovativa, adesso finalmente abbiamo la possibilità e le potenzialità per vincere questa sfida in oncologia, che presenta ancora importanti aree di unmet needs. Affrontare una diagnosi di cancro, soprattutto se in forme particolarmente aggressive, è un’esperienza unica, personale e molto complessa, ma sappiamo anche che per ognuno di questi pazienti ogni singolo momento, ogni carezza, ogni abbraccio è importante e irripetibile e vogliamo far sapere loro che noi continuiamo a impegnarci senza sosta perché riescano a viverne sempre di più e al meglio.
A chi si rivolge il vostro progetto?
Il progetto nasce per stabilire una connessione profonda soprattutto con i nostri principali stakeholder: i pazienti, che sono da sempre il fulcro e il fine ultimo di tutto ciò che facciamo. Ma una diagnosi di cancro non travolge solo chi ne è colpito, ma anche le famiglie, i cari, i caregiver, nonché la classe medica che ha la responsabilità di scegliere il miglior trattamento disponibile, che garantisca non solo un prolungamento dell’esistenza, ma una maggior qualità di vita, nel suo senso più pieno. A tutti loro, noi vogliamo far sapere che non sono e non resteranno soli, che “Insieme per i pazienti. Insieme per chi è al loro fianco” non è solo uno slogan, il nostro impegno è reale e indefesso e costante. E per vincere sfide importanti il gioco di squadra è tutto. Per questo collaboriamo con associazioni pazienti, operatori sanitari, payors e istituzioni, perché solo comunicando e collaborando con tutti gli attori del sistema, attraverso un approccio che noi definiamo “win-win”, possiamo apportare un contributo di valore alla ricerca di soluzioni efficaci per trasformare gli attuali standard di cura e dare ai pazienti speranza per il futuro.
Potrebbe descriverlo brevemente?
È una campagna di comunicazione europea che in Italia è declinata in diverse attività di comunicazione multicanale, sia rivolte all’esterno sia al nostro customer interno, i dipendenti, senza i quali non potremmo realizzare la nostra mission. Loro sono stati i primi ad essere coinvolti attraverso virtual town hall meeting, newsletter dedicate e digital talk in collaborazione con “Europa Donna”, che ci ha aiutato con pillole educazionali a sensibilizzare la popolazione aziendale sulla prevenzione primaria e secondaria del tumore al seno. I dipendenti della nostra nuova Oncology Business Division sono direttamente coinvolti nelle campagne social di disease awareness focalizzate su diversi tipi di tumore (cancro alla mammella, allo stomaco, al polmone, al colon retto), e prestano volto e parole sui nostri canali Linkedin, Twitter e YouTube. Per raggiungere il pubblico esterno continuiamo le attività di comunicazione con i media tradizionali, con tempestive comunicazioni sui risultati degli studi e approvazioni regolatorie. Siamo consapevoli che per arrivare ai pazienti, prima di tutto dobbiamo informare ed educare i media sul funzionamento dell’innovativa tecnologia che abbiamo sviluppato per i nostri ADC, che ha rivelato e continua a confermare il suo potenziale trasformativo. Abbiamo iniziato in occasione della recente inaugurazione della OBD a Milano, partendo da un gruppo di giornalisti di testate mainstream e specializzate a grande diffusione. A chiusura dell’evento hanno anche entusiasticamente partecipato a un corso di Kintsugi, l’antica arte giapponese di “riparare con l’oro”, che consente di trasformare ceramiche rotte in qualcosa di “prezioso’. Le nostre radici giapponesi, a cui restiamo legati indissolubilmente, ci hanno aiutato a comunicare filosofia e impegno aziendale, ma anche a gettare una luce su ciò che provano i pazienti oncologici quotidianamente, che sono costretti ad affrontare e in qualche modo “abbracciare” la diagnosi, le conseguenze, imparare a non vergognarsi delle ferite, e continuare con resilienza il percorso di cura.
Che risultati avete o volete raggiungere?
Come azienda non vogliamo solo mettere a disposizione trattamenti innovativi ed efficaci, ma anche offrire soluzioni e servizi concreti ai pazienti, lavorando a stretto contatto con associazioni e istituzioni per meglio individuare quei bisogni specifici da colmare, non solo strettamente legati alle terapie farmacologiche.
Qual è l’aspetto principale del Communication Campaign che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
In termini di comunicazione, le aziende e tutti gli attori del sistema salute devono percorrere la stessa strada, collaborare attivamente come un grande team multidisciplinare per educare, formare e informare, non solo sulla prevenzione delle patologie oncologiche, ma anche sulle possibili opzioni di cura. Oggi il paziente ha a disposizione una quantità infinita di fonti di informazione, ma la rete è popolata da molte fake news e il nostro compito è quello di fornire alle persone informazioni scientificamente attendibili. È questa la prima sfida che deve affrontare, e vincere, la communication campaign.