109 – Resta- Battocchio (Gedeon Richter): “L’aspetto principale crediamo sia quello di capire il punto di vista delle donne e delle ragazze”

#lsea2023

My Body
Match

Roberta Resta
Anna Battocchio
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Aumentare la consapevolezza delle donne sottolineando quali possono essere i benefici della contraccezione. È questo l’obiettivo alla base della campagna di comunicazione di Gedeon Richter “My Body Match”, di cui abbiamo parlato con Roberta Resta, Marketing & Communication Specialist e Anna Battocchio, Therapeutic Area & Communication Manager

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
“My Body Match” nasce con l’obiettivo di promuovere una più aperta e costruttiva conversazione con le donne in tema di contraccezione. Solo il 16% delle donne in Italia fa uso di contraccezione ormonale e diverse ricerche di mercato confermano come la contraccezione rimanga un tabù. Permangono molti falsi miti come l’impatto sul peso corporeo, la paura dell’infertilità o il pericolo degli ormoni. A questo si aggiunge che la donna fatica a trovare le corrette informazioni per avere piena consapevolezza e scegliere il contraccettivo adatto a sé. Con questa campagna vogliamo quindi raggiungere donne tra i 15 e i 30 anni: sia ragazze che si avvicinano per la prima volta al mondo della contraccezione che giovani adulte, che condividono con le più giovani la mancanza di informazioni e l’esigenza di parlare di questi temi in modo fresco e nuovo.

Potrebbe descriverlo brevemente?
Al giorno d’oggi il trend principale è di avere tutto su misura. Nella vita si scelgono sempre cose che fanno match con noi, e allora perché non farlo con la contraccezione? Il concept alla base della campagna “My Body Match” è proprio questo: fai match con la tua contraccezione. Attraverso la campagna vorremmo che la donna trovasse informazioni di valore da fonti verificate, espresse in modo nuovo, percependo i vantaggi dell’uso della contraccezione, considerandola un’alleata nella vita di tutti i giorni e andando quindi dal ginecologo per trovare il contraccettivo che meglio si adatta alle sue esigenze. La prima attività è stata la creazione del profilo Instagram @my.body.match. E per farsi ascoltare dalle donne va usato il giusto tone of voice: fresco, autentico, originale e ironico, ma pur sempre credibile. Oltre al canale Instagram, abbiamo svolto attività specifiche durante la giornata Mondiale della Contraccezione e collaborato con alcuni ginecologi. Infine, abbiamo sostenuto un evento di educazione sessuale a teatro in collaborazione con una nota influencer.

Che risultati avete o volete raggiungere?
L’obbiettivo è quello di aumentare la consapevolezza delle donne sottolineando i reali benefici della contraccezione, un’alleata nella vita di tutti i giorni e non qualcosa da temere. Con questo obiettivo, più sono le donne che riusciamo a raggiungere più ci avviciniamo ad esso. Ad oggi “My Body Match” ha superato i tredici milioni di utenti unici raggiunti su Instagram e ha ottenuto oltre due milioni e mezzo di interazioni dopo soli nove mesi dalla nascita, con un trend in costante crescita.

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
In ambito contraccettivo c’è tanto, tantissimo da fare. La società intera non è interessata né attenzionata a tematiche di educazione sessuale e contraccezione. Fortunatamente in questo scenario si inseriscono nuove figure come le gineco-influencer che hanno scoperto un modo efficace per parlare alle nuove generazioni. Di certo molto ancora è da fare: ragionare a tutto tondo considerando diversi canali come le scuole, le associazioni, i consultori e i social è una buona prospettiva per avvicinare le donne a questo mondo.

Qual è l’aspetto principale del Communication Campaign che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
La contraccezione è un tema sociale che coinvolge tutti e si inserisce in un mondo più ampio che è quello dell’educazione sessuale e del rispetto di sé e dell’altro. Per questo l’aspetto principale crediamo sia quello di capire il punto di vista delle donne e delle ragazze, cosa serve loro oggi, di cosa hanno paura e cosa ritengono di valore. E una volta ascoltato e capito il loro pensiero, senza pregiudizi di chi “lavora sul campo”, costruire sempre più con loro qualcosa che risponda a quelle esigenze.



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