#lsea2025

Speed Up

Patrizia Maria Caglioni

Il progetto “Speed Up”, realizzato da Ipsen, è un’iniziativa scientifica in ambito neurologico e riabilitativo volta a standardizzare l’approccio terapeutico nella gestione della spasticità post-stroke e della distonia cervicale con tossina botulinica, riducendo la variabilità nella pratica clinica e migliorando gli outcome dei pazienti.
A parlarcene è Patrizia Maria Caglioni, Medical Manager dell’azienda.

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
L’idea è nata dalla necessità di standardizzare l’approccio terapeutico nella gestione della spasticità post-stroke e della distonia cervicale con tossina botulinica. Nonostante l’efficacia consolidata del trattamento, esiste ancora una significativa variabilità nella pratica clinica tra diversi centri e specialisti. Il progetto si rivolge a neurologi e fisiatri che trattano pazienti con PSS e CD, centri di riabilitazione che necessitano di protocolli standardizzati, pazienti che beneficeranno di cure più omogenee e basate su evidenze, e al sistema sanitario per ottimizzare l’allocazione delle risorse. 

Potrebbe descriverlo brevemente? Il progetto “Speed Up” si articola in tre fasi principali: 

  • Fase 1: Costituzione di uno Steering Committee di esperti neurologi e fisiatri per definire gli step essenziali della Best Clinical Practice nel trattamento con BoNT-A e AboBoNT-A. 
  • Fase 2: Validazione delle raccomandazioni attraverso metodo Delphi con un Expert Panel esteso, seguita da analisi quantitativa per raggiungere il consenso scientifico. 
  • Fase 3: Pubblicazione dei risultati su riviste indicizzate per garantire la massima diffusione delle linee guida validate. 

Che risultati avete o volete raggiungere?
Fornire linee guida evidence-based per la gestione di PSS e CD, utili per standardizzare le pratiche cliniche a livello nazionale e internazionale, migliorare gli outcome dei pazienti e ottimizzare i costi attraverso protocolli più efficienti. 

Questo obiettivo verrà perseguito anche tramite la divulgazione di pubblicazioni scientifiche su riviste peer-reviewed e la formazione del personale sanitario sui protocolli validati. 

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Rimangono diverse aree di sviluppo: personalizzazione del trattamento basata su biomarker specifici, integrazione con tecnologie digitali per il monitoraggio dei pazienti, sviluppo di scale di valutazione più sensibili, ricerca su nuove formulazioni di tossina botulinica, formazione continua per garantire l’implementazione delle best practice e studi di real-world evidence. 

Qual è l’aspetto principale dello Scientific Collaboration Program che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
L’aspetto più cruciale sarà l’integrazione multidisciplinare e la standardizzazione evidence-based. La collaborazione tra neurologi, fisiatri e altri professionisti sanitari diventerà essenziale per un approccio olistico. La standardizzazione basata su real-world evidence ridurrà la variabilità inter-operatore. Con l’invecchiamento della popolazione, sarà fondamentale ottimizzare le risorse attraverso protocolli standardizzati e network di centri che condividano best practice. 



Homnya Srl | Partita IVA: 13026241003

Sede legale: Via della Stelletta, 23 - 00186 - Roma
Sede operativa: Via della Stelletta, 23 - 00186 - Roma
Sede operativa: Via Galvani, 24 - 20099 - Milano

Popular Science Italia © 2025