Una campagna di sensibilizzazione volta ai pazienti alla popolazione generale per comprendere al meglio le patologie legate alla tiroide. È “Non dire tiroide” di IBSA Farmaceutici e noi ne abbiamo parlato con Alessandra Mirabile Product Manager nell’area Endocrinologia in IBSA
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto?
Le patologie della tiroide colpiscono milioni di italiani, ma solo 1 persona su 5 le conosce e il 70% della popolazione non si è sottoposta ad un controllo. La campagna “NON DIRE TIROIDE”, lanciata in occasione della Settimana mondiale della Tiroide 2021 e parte di un più ampio ecosistema digitale (www.latiroide.it), nasce dunque con l’obiettivo di fare cultura, sensibilizzare la popolazione sulle patologie tiroidee e sfatare falsi miti molto diffusi senza sostituirsi al medico, ma diventando un punto di riferimento per tutti le persone e i pazienti alla ricerca di informazioni corrette, semplici e rassicurati.
A chi si rivolge il vostro progetto?
La campagna “NON DIRE TIROIDE” e il sito latiroide.it si rivolgono da un lato alla popolazione generale per diffondere, attraverso il web e canali digitali, la conoscenza delle patologie tiroidee, e dall’altro ai pazienti e i loro caregiver, ai quali si vuole fornire un supporto concreto, con consigli pratici ed informazioni certe e validate dagli esperti sulla gestione della loro patologia, sempre nell’ottica di un miglioramento della relazione medico-paziente.
Potrebbe descriverlo brevemente?
“NON DIRE TIROIDE” è una campagna di sensibilizzazione sulla tiroide e le patologie tiroidee dal format fresco e divertente che, grazie al supporto di tre esperti endocrinologi, si prefigge di portare maggiore consapevolezza sul tema, aiutando a riconoscere i sintomi legati a un disturbo tiroideo e rivolgersi tempestivamente al proprio medico per ricevere il supporto necessario. Attraverso un viaggio a più tappe in diverse città italiane (nel 2021 Napoli, Roma e Milano e nel 2022 Bergamo) il noto comico e cabarettista di Zelig, Paolo Labati, ha intervistato i passanti per indagare il vero grado di conoscenza degli italiani sulla tiroide e le sue patologie. Le interviste, raccolte in 11 mini-pillole video, sono state affiancate agli interventi di specialisti endocrinologi riconosciuti a livello nazionale per fornire e divulgare le corrette informazioni sui diversi temi e i falsi miti emersi dalle interviste. Le minipillole sono state pubblicate sul sito www.latiroide.it e su tutti i canali social dedicati alla campagna (Facebook, Lnkedin e Instagram).
Che risultati avete o volete raggiungere?
“NON DIRE TIROIDE” ha raccolto oltre 4 milioni e mezzo di visualizzazioni e più di 10.000 interazioni sui social, da maggio a dicembre 2021 e verrà ripresa a giugno 2022 con la pubblicazione di interviste registrate in occasione della Settimana Mondiale della Tiroide di quest’anno (25-31 maggio) al fine di raggiungere un pubblico di persone ancora più ampio e disseminare ulteriori informazioni su nuovi aspetti in ambito tiroideo.
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Negli ultimi anni la diffusione del web ha spinto quote crescenti di popolazione a rivolgersi alla rete per cercare informazioni sul proprio stato di salute. Circa 1 italiano su 3 cerca informazioni mediche sul web senza consultare il proprio medico. Questo sottolinea l’importanza di continuare a lanciare iniziative di sensibilizzazione validate da autorevoli professionisti del settore attraverso l’utilizzo del web e altri canali di comunicazione digitale, più vicini anche alle nuove generazioni.
Qual è l’aspetto principale della Patient Advocacy che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
È indubbio che la centralità del paziente è un elemento di sempre più crescente importanza in ambito sanitario e continuerà ad essere fondamentale sostenere ed affiancare il paziente nella comprensione degli aspetti della sua salute. Vista l’evoluzione del paziente e delle forme di comunicazione, risulterà importante l’uso di nuovi linguaggi per fare comunicazione e informazione. E ciò sarà possibile tramite il diretto coinvolgimento del paziente e l’ascolto attivo dei suoi bisogni in una stretta collaborazione tra istituzioni, associazioni di pazienti e clinici.