“La tiroide e i suoi disordini” è un progetto di formazione a distanza ideato per aiutare i clinici nel loro aggiornamento scientifico, fortemente contrastato nelle metodiche classiche del face to face in questi ultimi anni. L’interattività concessa al partecipante rappresenta la caratterista distintiva di questo progetto. Ne abbiamo parlato con Federica Tonelli, Project Leader e Product Manager di Lo. Li. Pharma. Il progetto ha visto il coinvolgimento di Patrizia Logoteta (General Manager), Mario Sionno (Marketing Manager), Maria Nunzia De Luca (Product Manager) e Valentina Gianni (Graphic Designer)
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto?
La situazione pandemica che ci siamo trovati a gestire in questi ultimi anni ha comportato tantissimi cambiamenti, imponendoci limitazioni nei nostri incontri e nei nostri scambi, e anche l’aggiornamento scientifico destinato alla classe medica ne ha risentito. Tutti i clinici hanno dovuto attuare un passaggio obbligato alla digitalizzazione, confrontandosi massivamente con corsi di aggiornamento e formazione a distanza, che possono alle volte risultare poco stimolanti. Il corso “La tiroide e i suoi disordini” si pone l’obiettivo di accorciare le distanze create da uno schermo, rivoluzionando questa tipologia di aggiornamento attraverso la metodica dell’interattività. Ciò ha permesso di rendere la formazione via digitale più interessante e attrattiva, anche per i più titubanti e meno avvezzi.
A chi si rivolge il vostro progetto?
Il progetto è destinato a tutti gli specialisti della salute a cui possono rivolgersi pazienti affetti da disturbi tiroidei. Più nel dettaglio, i clinici specializzati in endocrinologia hanno rappresentato il target principale. A questi abbiamo deciso di unire specializzati in ginecologia e ostetricia e medicina generale, con aggiunta di farmacisti e biologi.
Potrebbe descriverlo brevemente?
Il corso basa le sue fondamenta sul clinical reasoning. Il clinico si trova ad esaminare quattro casi clinici differenti, ciascuno dei quali identifica un paziente affetto da uno specifico disturbo tiroideo. Ogni caso clinico è strutturato in quattro sessioni didattiche. Si parte dalla prima visita e anamnesi, per poi passare ad approfondimenti e screening secondari, alla possibilità di trattamento del singolo paziente e all’analisi del caso clinico nella sua totalità, confrontandosi con le conclusioni. L’interattività sta proprio nel simulare una situazione reale che vive il medico quotidianamente durante la sua attività lavorativa. Come durante una visita, il clinico si pone domande a cui dare delle risposte che portino alla soluzione più idonea per il proprio paziente. Nel caso specifico, il corso presenta domande con proposte differenti risposte. Ogni domanda è supportata da letteratura scientifica di rilievo, utilizzata anche come sostegno per definire una risposta corretta.
Che risultati avete o volete raggiungere?
Il corso ha raccolto l’adesione del 60% della classe medica coinvolta. Più nel dettaglio siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto con lo specialista endocrinologo, in cui abbiamo ottenuto una target retention del 15%. Dato l’ottimo risultato, il prossimo obiettivo sarà replicare questo modello di formazione a più target.
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Sicuramente la formazione a distanza, seppur a disposizione dei clinici da tempo, ha visto notevoli passi avanti negli ultimi anni soprattutto in termini di considerazione. Questo però rappresenta solo l’inizio. Bisognerà puntare su nuove alternative metodologiche di FAD per poter equiparare il più possibile questa formazione a quella face to face. Il punto principale sarà così far percepire al clinico la formazione a distanza come una reale alternativa al classico congresso in presenza, da poter scegliere in base alle proprie esigenze.
Qual è l’aspetto principale del Marketing Education Program che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Penso che uno degli aspetti principali su cui le aziende dovranno focalizzarsi è quello dell’apprendimento esperienziale. Ognuno di noi, infatti, acquisisce concetti nuovi con maggiore facilità quando li associa ad azioni tangibili. In questa visione, il clinico si trasformerà in un protagonista attivo di ogni momento di formazione, sia esso digitale, tramite utilizzo di computer grafica 3D, che non. L’esperienza proposta e vissuta dal clinico renderà ogni evento unico, ben impresso nella sua memoria. Questo sicuramente comporterà una nuova visione delle strategie aziendali, puntando tutto su poche azioni strategiche ma di alto spessore e impatto.