“Tratti di Respiro” è una campagna digital realizzata da Roche con l’obiettivo di sensibilizzare sul tumore del polmone e sulle varie forme in cui questa patologia si può presentare. Abbiamo approfondito l’argomento con Enrico Mazza Patient Partnership Manager. Parte del team anche Laura Grimaldi, Internal Communications Manager, Gloria De Marie Marketing Leader, Alessandra Monguzzi, Medical Manager, Silvano Iaia, Brand Manager, Sara Bernabovi Oncology Communications Manager ed Enrico Friggi Brand Manager
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto?
Quando si parla di tumore al polmone spesso ci si riferisce ad una singola patologia, ma in realtà esistono molteplici forme di carcinoma polmonare, ognuna caratterizzata da alcuni tratti distintivi. All’origine delle diverse tipologie di tumore ci sono spesso specifiche alterazioni genetiche, come la mutazione del gene EGFR e il riarrangiamento dei geni ALK e ROS1. Parallelamente, ogni storia di malattia è diversa dall’altra e ogni testimonianza è ricca di sfaccettature che contraddistinguono il cammino personale e unico di chi si trova ad affrontare una diagnosi di questo tipo. Ogni storia di malattia è anche un racconto unico, una testimonianza del cammino che intraprende chi si trova ad affrontare un tumore al polmone. Quindi è nato “Tratti di Respiro” attraverso una collaborazione con clinici, associazioni pazienti e pazienti.
A chi si rivolge il vostro progetto?
Al grande pubblico: per aumentare la sensibilità e il sostegno alla lotta al tumore al polmone nelle sue diverse forme, l’importanza della diagnosi precoce e degli avanzamenti terapeutici. Alla comunità di pazienti: per offrire un’occasione di confronto ai pazienti che hanno partecipato e che hanno vissuto la campagna con grande entusiasmo e partecipazione, investiti di un ruolo importante in cui per una volta il tumore non li ha privati di qualcosa, ma li ha resi messaggeri di speranza e forza.
Potrebbe descriverlo brevemente?
Una collana digitale curata da 4 illustratori che hanno scelto, tramite la loro arte, di raccontare le storie di chi vive e convive con il tumore al polmone. “Tratti di Respiro” coinvolge otto persone con tumore al polmone, tre caregiver, un oncologo e quattro illustratori. Otto storie che raccontano ciascuna una fase della malattia attraverso la prospettiva dei diversi protagonisti, da chi vive con il tumore al polmone a chi gli sta vicino in qualità di familiare o di medico. La campagna partita il 29 settembre 2021 parla del tumore al polmone e delle emozioni di chi ne affronta le sfide usando un linguaggio nuovo, anche per scardinare i falsi miti della malattia attraverso delle testimonianze dirette.
Che risultati avete o volete raggiungere?
Gli obiettivi del progetto che siamo riusciti a raggiungere sono principalmente tre.
RACCONTARE: trovare una chiave e un tipo di linguaggio nuovi, utilizzando la leva emozionale, per dar voce alle storie uniche di pazienti, caregiver e altre figure coinvolte nel percorso di cura.
SENSIBILIZZARE: parlare alla community dei pazienti ma anche ad un pubblico più ampio possibile per mantenere accesi i riflettori sulla patologia, su cosa vuol dire convivere con la malattia e sugli unmeet needs che ancora esistono.
INFORMARE: colmare il gap informativo che esiste facendo educazione sulle diverse tipologie di tumore di tumore al polmone, i sintomi e la diagnosi precoce ed accurata, sull’importanza di una presa in carico olistica che tenga conto di tutti i bisogni del paziente – clinici, psicologici, sociali – e dell’innovazione negli approcci terapeutici a questa patologia.
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Considerato il successo di questa iniziativa, sulla base dei feedback ricevuti dai clinici e dalle associazioni di pazienti intervenute, auspichiamo che queste attività entrino in percorsi istituzionali e venga supportata la creazione di network di pazienti.
Qual è l’aspetto principale del Digital che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
La capacità di raggiungere la società e le comunità di persone con patologia, al fine contribuire all’implementazione della qualità di vita dei pazienti.