Radiochirurgia stereotassica: efficace in prima linea nei pazienti con metastasi cerebrali

Lo standard di cura per il trattamento delle metastasi cerebrali nei pazienti affetti da carcinoma polmonare a piccole cellule è la radioterapia whole-brain (WBRT). Uno studio internazionale che ha coinvolto centri europei, americani ed asiatici, suggerisce però che la radiochirurgia stereotassica (SRS), sola, possa essere un trattamento altrettanto efficace. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista JAMA Oncology.

I ricercatori hanno analizzato i dati provenienti da 28 centri diversi di 710 pazienti sottoposti a radiochirurgia stereotassica tra il 1994 e il 2018. La sopravvivenza globale mediana è stata di 8,5 mesi, il tempo alla progressione mediano è stato di 8,1 mesi e sopravvivenza libera da progressione della malattia del sistema nervoso centrale di 5 mesi. I ricercatori hanno anche aggiustato i dati sulla base del numero di metastasi cerebrali trattate e sulla presenza di fattori di rischio concorrenziali. Questi risultati sono stati confrontati con quelli di un gruppo di controllo costituito da 219 pazienti trattati con la radioterapia whole-brain come trattamento di prima linea per le metastasi cerebrali e gli esiti dei due trattamenti sono risultati simili.

“Si sa che il carcinoma polmonare a piccole cellule si diffonde più facilmente nel cervello rispetto a molti altri tumori”. Ha spiegato Tyler Robin, autore senior dello studio. In genere si è prudenti nell’uso dell’SRS come trattamento di prima linea poiché i medici si preoccupano che “l’omissione della WBRT possa provocare una rapida progressione della malattia e una riduzione dei tempi di sopravvivenza”.

Quindi è importante osservare come, in questo ampio studio, l’omissione della WBRT a favore dell’SRS di prima linea non ha comportato una riduzione della sopravvivenza globale.

“Riteniamo che i risultati che emergono da questa vasta analisi multicentrica sulla radiochirurgia stereotassica siano complessivamente incoraggianti, addirittura impressionanti per i pazienti che presentano una sola metastasi cerebrale”, scrivono gli autori. E concludono: “pensiamo che questi dati forniscano un punto di riferimento per gli esiti dell’SRS e supportino l’uso di questa terapia in prima linea come opzione terapeutica in pazienti affetti da carcinoma a piccole cellule accuratamente selezionati”.

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