Tumore prostatico, prostatectomia radicale e qualità della vita

L’intervento chirurgico con preservazione neurale (NS) è stato sviluppato per migliorare gli esiti postoperatori sessuali e potenzialmente anche quelli neurologici a seguito di una prostatectomia radicale (RP), ma rimane in larga parte ignoto il modo in cui la NSRP influenzi la qualità della vita correlata alla salute, inclusi gli esiti sessuali ed urinari, nei pazienti sopravvissuti ad un tumore prostatico a distanza di 5-10 anni dalla diagnosi rispetto a quanto accade con l’intervento non-NSRP.

Secondo un recente studio che ha preso in considerazione 382 pazienti, a distanza di 5.10 anni dalla diagnosi i sopravvissuti ad un tumore prostatico trattati con NSRP e non-NSRP hanno riportato un carico sintomatologico simile ed un livello di qualità della vita correlata alla salute paragonabile.

Le uniche differenze significative sono state riportate sull’attività sessuale, laddove i pazienti trattati con NSRP hanno riportato un livello di attività significativamente maggiore rispetto agli altri.

Per quanto riguarda invece i sintomi urinari e tutti gli altri campi della qualità della vita correlata alla salute, i risultati sono stati molto simili fra i due gruppi.

I dati dello studio dunque supportano le tecniche a preservazione neurale come opzione per migliorare la funzionalità sessuale postoperatoria, ma non quella urinaria, a seguito di una prostatectomia radicale nei sopravvissuti a lungo termine ad un tumore prostatico. (Cancer Med  online 2020, pubblicato il 10/6 doi: 10.1002/cam4.3197)

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