Litio riduce rischio oncologico

Il litio, farmaco standard nel trattamento del disordine bipolare, è stato connesso ad una significativa riduzione dose-dipendente del rischio oncologico. Secondo Yi-Hsin Yang della Kaohsiung Medical University di Taiwan, autore di uno studio su 4.729 pazienti, la riduzione del rischio arriva anche al 45% nei pazienti con disordine bipolare che hanno assunto la maggiore quantità cumulativa di litio.

Quest’ultimo è un noto inibitore della GSK-3, che svolge un ruolo importante in molte patologie, fra cui tumori, patologie immunitarie, malattie metaboliche, malattie neurodegenerative e patologie psichiatriche ma, sinora, i risultati delle ricerche sull’inibizione della GSK-3 sono stati poco costanti. Alcuni studi hanno infatti rivelato un’associazione con la promozione dei tumori, mentre altri con la loro potenziale soppressione.

Dato che il litio è indicato nel trattamento di disordine bipolare ed episodi maniacali, poco è noto sugli effetti del farmaco al di fuori di questa popolazione, ma le evidenze che la riguardano sono comunque importanti. Non tutti gli studi epidemiologici dimostrano un incremento nell’incidenza dei tumori in questa popolazione, ma quelli che lo fanno attribuiscono il fenomeno a diversi fattori, come stile di vita poco sano, risposte immunoinfiammatorie anomale o persino gli effetti degli antipsicotici sulla prolattina.

Alcuni esperti, comunque, mettono in forte dubbio i risultati del presente studio, citando numerosi vizi metodologici che ne renderebbero i risultati molto meno certi. Secondo alcuni, il fatto che un farmaco sia asssociato ad una riduzione del rischio oncologico tanto marcata e generalizzata contraddice anche le attuali conoscenze sui tumori come patologie molto eterogenee, ed un effetto tanto costante su tutti i tipi di tumore non sarebbe biologicamente plausibile. (Br J Psychiatry. 2016; 209: 393-9)

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