Disordine ossessivo-compulsivo connesso a neuroinfiammazione

Un marcatore di neuroinfiammazione risulta significativamente elevato nei pazienti con disordine ossessivo-compulsivo rispetto ai soggetti sani si tratta del volume di distribuzione della TSPO (TSPOvt), che offre un target terapeutico che potrebbe risultare importante per i molti pazienti che non rispondono adeguatamente alla terapia medica, come affermato da Jeffrey Meyer del Campbell Family Mental Health Research Institute di Toronto, autore di un piccolo studio su 20 pazienti.

In base a quanto osservato, i ricercatori suggeriscono che le terapie immunomodulatorie andrebbero investigate anche negli adulti con disordine ossessivo-compulsivo anziché soltanto nei bambini, specialmente nei casi in cui la prevenzione delle compulsioni comporta uno stress prominente.

Secondo gli esperti, i trattamenti attualmente disponibili sono efficaci all’incirca nella metà dei soggetti con questi disturbi e pertanto sussiste un’urgente necessità di reperire nuovi biomarcatori e target terapeutici per ridurre il carico del disordine ossessivo-compulsivo.

La diffusa ed accentuata neuroinfiammazione osservata nei soggetti che ne soffrono è indipendente dalla sintomatologia depressiva, ma potrebbe essere alla base dello stress legato alla prevenzione della compulsione.

Eventuali studi clinici atti a ridurre i processi neuroinfiammatori in questi pazienti, mediante farmaco come azitromicina, minociclina e bexarotene, potrebbero rivelare una riduzione dei sintomi ed alleviare il carico della malattia anche per le famiglie. (JAMA Psychiatry online 2017, pubblicato il 21/6)

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