Speciale ACC/ Non è pericoloso abbassare troppo il colesterolo?

I risultati dello studio Fourier hanno mostrato che l’uso di evolocumab comporta una riduzione del colesterolo LDL che può arrivare al di sotto dei 30mg/dl.

“Significa raggiungere i livelli che abbiamo alla nascita, nel pieno sviluppo del nostro cervello”, dice Pasquale Perrone Filardi, direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare all’Università Federico II di Napoli. “Nella mia esperienza clinica vedo molti pazienti che scendono a meno di 20 mg/dl e non presentano disturbi. Ma in passato ci sono state segnalazioni aneddotiche sulle statine. A torto, si riteneva che in alcuni casi il loro effetto sulla riduzione del colesterolo potesse influire sulle capacità cognitive, cosa che è sempre stata smentita da metanalisi e studi prospettici”.

Per questo le autorità regolatorie statunitensi hanno voluto indagare anche sugli anticorpi monoclonali: “non tanto sul farmaco di per sé, ma sui livelli bassi di colesterolo, indipendentemente da come si arriva a questa riduzione”, precisa Perrone Filardi. È sicuro dunque scendere a tali valori? All’ACC sono stati presentati anche i risultati dello studio Ebbinghaus, che hanno dimostrato che in quasi duemila persone comprese nel trial clinico Fourier, non si sono avuti effetti avversi legati a disturbi cognitivi quando il colesterolo LDL scende al di sotto dei 25 mg/dl.

“Ci sono poi da considerare quei soggetti che a causa di alterazioni genetiche mantengono l’LDL bassissimo fin dalla nascita, intorno a 15-20: in loro non si sono mai verificate anomalie dello sviluppo sessuale (variazioni di ormoni e steroidi) né di quello neuronale con decadimento cognitivo”, aggiunge il dottor Alberto Zambon, professore associato al Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova. Ma questi soggetti partono già da questa condizione, cosa succede se invece si diminuisce il colesterolo artificialmente? “Bisognerà vedere tra vent’anni se la riduzione farmacologica ha provocato degli effetti, cosa non probabile visti i dati rassicuranti emersi nei ventisei mesi del trial clinico Fourier: non è successo nulla a nessuna persona sottoposta al trattamento”.

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